Oculus e la realtà virtuale: il giorno in cui ho capito che il futuro era già qui
- Maria Grazia Ragazzini
- 25 set
- Tempo di lettura: 2 min
La prima volta che ho indossato Oculus ho avuto davvero la sensazione di entrare in un’altra dimensione, e non riuscivo più a farne a meno. Nonostante mi venisse un po’ di nausea — quel classico “mal di realtà virtuale” che tutti provano la prima volta — continuavo a rifugiarmi in quel mondo. Era come aprire una porta segreta verso un posto dove potevo essere chiunque, fare qualsiasi cosa, e dimenticarmi per un attimo della realtà di tutti i giorni.
Oculus: la porta verso un altro mondo
Tutto è iniziato nel 2012, quando un ragazzo californiano, Palmer Luckey, ha avuto l’idea di creare un visore VR accessibile a tutti. Poco dopo, Facebook (oggi Meta) ha creduto nel suo sogno e ha comprato la sua azienda. Da lì in poi, Oculus è diventato sinonimo di realtà virtuale.
Con Oculus Quest e poi Quest 2, la magia è arrivata nelle case di tutti: niente fili, niente sensori esterni, solo un visore e due controller che ti catapultano in un mondo completamente digitale. E oggi, con il Meta Quest 3, siamo arrivati addirittura alla fusione tra realtà virtuale e aumentata, dove puoi vedere e toccare oggetti virtuali che si mescolano a quelli reali.
Non solo Oculus: gli altri mondi della VR
Ma Oculus non è l’unico a farci sognare. C’è per esempio PlayStation VR, che con la seconda generazione, il PS VR2, ha fatto un salto enorme in avanti. Si collega alla PS5, ha una grafica pazzesca, un campo visivo più ampio e soprattutto nuovi controller super sensibili che ti fanno sentire davvero dentro al gioco. Il feedback dei grilletti, le vibrazioni, il tracciamento degli occhi… tutto contribuisce a rendere l’esperienza ancora più reale.
Poi c’è Apple Vision Pro, il visore di lusso che unisce realtà virtuale e aumentata con una qualità visiva da urlo. Costa parecchio, ma sembra uscito da un film di fantascienza. E non mancano alternative come HTC Vive XR Elite o PICO 4, che offrono esperienze molto solide, ognuna con i suoi punti forti — chi più potente, chi più comoda, chi più economica.
Oltre il gioco: la VR nella vita di tutti i giorni
All’inizio pensavo che la realtà virtuale servisse solo per giocare, ma poi ho scoperto che non è affatto così. C’è chi la usa per allenarsi, chi per studiare, chi addirittura per lavorare in ambienti virtuali. Io, per esempio, ho provato una lezione di yoga in VR e ho finito per rilassarmi più lì, su una spiaggia digitale al tramonto, che nella mia stanza.
Il futuro è (quasi) qui
Meta sta spingendo forte verso il metaverso, un universo digitale dove potremo incontrarci, lavorare e creare, mescolando realtà e fantasia. E anche se tutto questo sembra ancora un po’ lontano, una cosa è certa: la realtà virtuale non è più un giocattolo per pochi appassionati. È diventata un nuovo modo di vivere la tecnologia.
Quando mi tolgo il visore dopo una sessione in VR, ho sempre quella strana sensazione di “ritorno alla realtà”. Con Oculus, o con qualsiasi altro visore, non stai solo giocando: stai viaggiando. E forse è proprio per questo che, una volta provata la realtà virtuale, difficilmente si riesce a tornare indietro.



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