Il vero significato di Halloween
- Maria Grazia Ragazzini
- 31 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Quando pensiamo a Halloween, la mente corre subito alle zucche intagliate, ai costumi mostruosi e ai bambini che girano per le strade chiedendo “dolcetto o scherzetto?”. È facile vederla solo come una festa allegra e un po’ commerciale, ma dietro a questa notte c’è molto di più: una storia antica, fatta di simboli, cicli naturali e di un profondo legame con i nostri antenati.
Le origini di Halloween affondano nelle tradizioni celtiche, dove veniva chiamata Samhain (si pronuncia “sow-in”). Per i Celti era una data molto importante: segnava la fine dell’anno agricolo e l’inizio dell’inverno, un momento di passaggio in cui la luce diminuiva e la natura cominciava a riposare. Era, di fatto, una sorta di capodanno spirituale.
In questo periodo dell’anno, si credeva che il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventasse più sottile. Le anime dei defunti potevano così tornare a far visita ai propri cari: alcune per portare benedizioni, altre forse per chiedere attenzione o protezione. Samhain non era però una festa di paura, ma di connessione. Le famiglie accendevano grandi fuochi purificatori, lasciavano cibo fuori dalle case come offerta agli spiriti e indossavano maschere per non farsi riconoscere da eventuali presenze malevole. Era anche un’occasione per onorare chi non c’era più e per chiedere la guida degli antenati nel nuovo anno che stava per cominciare.
Con il tempo, l’arrivo del Cristianesimo trasformò questa celebrazione pagana nella vigilia di Ognissanti, da cui deriva il nome attuale “Halloween” (da All Hallows’ Eve). Anche la tradizione delle lanterne ha radici antiche: nasce in Irlanda dalla leggenda di Jack-o’-Lantern, un’anima errante che vagava nella notte con una rapa scavata e illuminata all’interno. Quando la festa arrivò in America, la rapa fu sostituita dalla zucca, più grande e più facile da intagliare — ed è così che nacquero le iconiche “jack-o’-lanterns” che conosciamo oggi.
Oggi Halloween è diventata una festa di travestimenti, dolcetti e film horror, ma conserva ancora un messaggio profondo. Rappresenta il ciclo della vita, della morte e della rinascita che attraversa tutta la natura. Ricorda che la fine non è mai davvero una fine, ma solo una trasformazione. È anche un invito a guardare in faccia le nostre paure, a non scacciarle ma a riconoscerle, perché solo così possiamo trasformarle.
Può essere anche un momento di raccoglimento, di memoria. Accendere una candela per chi non c’è più, lasciare un posto simbolico a tavola, o semplicemente dedicare un pensiero agli antenati sono gesti che ci aiutano a sentirli vicini. Qualcuno scrive ciò che desidera lasciarsi alle spalle e lo brucia come segno di liberazione, altri scelgono di prendersi un momento per riflettere su cosa vogliono cambiare o affrontare dentro di sé.
In fondo, Halloween non è solo una notte di maschere e spaventi. È una soglia, un tempo di passaggio che ci invita a riconoscere le nostre ombre e a prepararci per un nuovo inizio. Dietro la sua apparenza “oscura” si nasconde una celebrazione della luce, della memoria e della trasformazione — un modo per ricordarci che anche nel buio c’è sempre un seme di rinascita.



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